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Pianta sacra, erba del diavolo, medicina miracolosa, combustibile, tessuto…

La Cannabis è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabacee che, secondo la classificazione attualmente accettata, comprende un’unica specie, Cannabis Sativa, mentre altre specie riconosciute in passato, Cannabis Indica e Cannabis Ruderalis, sono attualmente considerate come mere varianti fenotipiche.
La canapa è una pianta erbacea a ciclo annuale la cui altezza varia tra 0,5 e 6 metri e presenta una lunga radice a fittone.

Germina in primavera e fiorisce in estate inoltrata, quando le ore di luce diminuiscono: la durata del periodo vegetativo è influenzata dal fotoperiodo cui le piante vengono sottoposte.

L’unica specie di Cannabis la cui fioritura non dipende dal fotoperiodo è la Cannabis ruderalis, la cui fioritura avviene automaticamente dopo un periodo di crescita vegetativa variabile tra 21 e 30 giorni circa, e si protrae per un arco di tempo di 4-6 settimane.

Il periodo di fioritura varia molto a seconda delle specie e delle varietà, addirittura dalle 8 alle 16 settimane!
L’impollinazione è anemofila (trasporto tramite il vento), ed in autunno compaiono i frutti, degli acheni duri e globosi, ciascuno trattenente un seme con un endosperma carnoso ed embrione curvo.

Storia della Canapa

Usi pratici

Originaria della Siberia meridionale, cominciò a diffondersi in Asia centrale divenendo sacra per i popoli Hindu.

Prove dell’utilizzo della cannabis si hanno fin dai tempi del Neolitico, testimoniate dal ritrovamento di alcuni semi fossilizzati in una grotta in Romania, mentre il più antico manufatto umano ritrovato è un pezzo di stoffa di canapa risalente all’8000 a.C.

Il Radicale 200 (o má), il carattere cinese per indicare la canapa, raffigura due piante

poste sotto una tettoia. L’uso di cannabis a Taiwan risale ad almeno 10.000 anni fa!

La cannabis fornisce da millenni un’ottima fibra tessile e principalmente per questo cominciò ad essere coltivata in epoche storiche antiche. Questa fibra di canapa è stata per centinaia di anni la materia prima per la produzione di carta e cordami, ma dalla metà del Novecento, con l’avvento del proibizionismo, l’uso delle fibre della canapa è notevolmente ridotto e criminalizzato anche li dove potrebbe invece risolvere enormi problemi: le industrie tessili, edili e combustibili.

La coltura della canapa per usi tessili ha un’antica tradizione soprattutto in Italia, in gran parte legata all’espandersi delle Repubbliche marinare, che l’utilizzavano grandemente per le corde e le vele delle proprie flotte da guerra.
Anche la tradizione di utilizzarla per telerie a uso domestico è molto antica ed oggetti di artigianato che continuano ad essere prodotti ancora oggi sono per esempio le tovaglie di canapa, tipiche della Romagna.

Le fibre di Canapa vengono tuttora utilizzate dagli idraulici come guarnizione isolante!!!

Usi psichedelici

Per quanto riguarda l’uso psicotropo, tra i primi fumatori di cannabis dell’antichità, ci furono le popolazioni Hindu di India e Nepal. Nei Paesi arabi la resina della pianta di canapa fu consumata per secoli per le sue proprietà di alterazione della mente, in particolare dagli Hashashin, presenti in Siria. Il termine Hashashin dall’Arabo significherebbe “dediti al Hashish” o “fumatore di hashish”.
La cannabis fu anche utilizzata dagli Assiri, che ne appresero le proprietà psicoattive dagli Arii e grazie ad essi fu fatta conoscere e utilizzare anche a Sciti e Traci, che cominciarono a farne uso anche durante i loro riti religiosi.
L’imperatore Shen Nung, padre della medicina cinese, includeva la canapa nella sua farmacopea, uno dei più antichi testi di medicina e prima descrizione di questa erba, datata 2700 a.C. La cultura cinese si interessò principalmente alle potenzialità curative, tralasciando quelli che erano i risultati secondari causati dalla sua assunzione. Era usata principalmente sotto forma di bevanda per curare patologie dolorose interne, mentre sotto forma di fumo se ne faceva uso per la cura del mal di denti, di pustole o di lacerazioni al cavo orale.
Nel 2003 fu ritrovata in Cina una borsa di pelle contenente alcune tracce di cannabis e semi risalenti a 2.500 anni fa.[23]

Le ripetute migrazioni delle popolazioni nomadi dell’Asia ne favorirono la diffusione nel medio oriente, nel mediterraneo, e infine nell’Europa occidentale. Alcune fonti ne hanno fatto risalire l’uso in Grecia già nell’800 a.C. Lo storico greco Erodoto nel V secolo a. C. racconta che presso gli Sciti, popolazione nomade indo-iraniana, quest’erba veniva spesso passata in giro e fumata nei banchetti e durante le cerimonie funebri, per mettere allegria.

Nell’Europa centrale, ancor prima dell’espansione dell’Impero romano, la cannabis era già coltivata e usata nelle isole britanniche dalle tribù dei Celti e dei Pitti (III- IV sec a.C.). Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia menziona le proprietà terapeutiche dell’erba, ed ulteriori riferimenti si possono trovare nell’Antica Juliana del medico Nerone Discoprite. Nel Medioevo l’uso proseguì lecitamente sino al 1484, quando una bolla papale ne vietò l’uso ai fedeli…

Nell’Ottocento l’uso dell’hashish in Europa divenne una vera e propria moda: introdotto dallo psichiatra francese Jacques-Joseph Moreau, che nel 1840 descrisse gli effetti della droga in una relazione scientifica dopo averla provata su di sé, si diffuse ben presto specie negli ambienti artistici di quel tempo, tanto che a Parigi nacque il Club des Hashischins frequentato da poeti e scrittori come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Charles Baudelaire, Honoré de Balzac e Théophile Gautier.

Bhanga, Vijaya e Ganjika; in hindi: Ganja – è il termine in antica lingua sanscrita per la cannabis, oggi associato soprattutto alla cultura creolo-giamaicana, che lo utilizza per indicare la marijuana, ritenuta dai Rastafariani importante per la meditazione e la preghiera.
Tale interpretazione ha trovato ulteriori conferme negli studi dell’antropologa Sula Benet che ritiene di aver trovato riferimenti a un uso sacrale della cannabis nella Bibbia laddove si parla di kaneh bosm «canna odorosa» (קְנֵה בֹשֶׂם).

In Europa l’uso della cannabis come sostanza psicoattiva è abbastanza recente, probabilmente dovuto al fatto che in Europa si diffuse maggiormente la specie Cannabis sativa mentre la Cannabis indica, più ricca di principi attivi stupefacenti, è entrata in Europa molto più tardi, nell’Ottocento, forse grazie a Napoleone, interessato alla proprietà di questa pianta di alleviare il dolore e per i suoi effetti sedativi.

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